Roma, 7 Gennaio 2008
Servizi Pubblici – Baggiani,( ANEA): “Dietro la richiesta di identificativi catastali solo altri aggravi di costo per gli utenti”
«Nella pioggia di rincari di treni, assicurazioni e bollette di questo inizio d’anno, si sta per abbattere sugli utenti un’altra tegola in testa: prevedibili rialzi tariffari in materia di energia elettrica, gas e servizi idrici a carico dei cittadini alle prese con identificativi catastali e revisioni pagate a peso d’oro a geometri e ingegneri».
E’ l’allerta lanciata in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro dell’Economia TPS e al viceministro Visco, da Luciano Baggiani, presidente ANEA, l’associazione che riunisce la maggior parte degli Ato italiani addetti alla regolazione e al controllo del servizio di acqua e rifiuti nel rapporto con l’ente gestore.
Contro “i gravi disagi che potrebbero realizzarsi segnalati da molti associati”, scrive Baggiani: «La Finanziaria 2005 all’articolo 1, c. 332-333-334, obbliga le aziende erogatrici a richiedere agli utenti i dati identificativi catastali dell’immobile dov’è attivata la fornitura per la successiva comunicazione in via telematica dell’anagrafe tributaria».
“Un intento pregevole” che però si traduce per Baggiani in un “onere doppiamente gravoso”: «Le aziende erogatrici saranno tenute a contattare decine di milioni di utenze con relativo appesantimento dell’operatività degli uffici e della loro economia che si tradurrà in adeguamenti tariffari a rialzo. Ma anche gli utenti – rileva – avranno il loro da fare tra aumenti tariffari e per i non proprietari, difficoltà di recupero dei dati catastali, in special modo dove si tratti di anziani e disagiati».
Baggiani conclude quindi il suo ragionamento sollecitando i soggetti istituzionali a «una diversa interpretazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate con riferimento a quella parte che prevede l’obbligo per le aziende erogatrici di richiedere i dati catastali con riferimento ai contratti in essere alla data del 1 aprile 2005 “solo in occasione del rinnovo ovvero della modificazione del contratto stesso”.
E’ da ritenersi – chiarisce Baggiani – che l’agenzia sarà obbligata alla richiesta solo in caso di mutamento delle condizioni contrattuali di fornitura ossia per le variazioni date da una nuova negoziazione delle condizioni tra le parti». E tutto ciò, conclude, per non arrivare in assenza di mutate condizioni contrattuali, a «un’altra conseguenza paradossale: la necessità di reiterare la richiesta di indicazione catastale a ogni scadenza contrattuale! ».
Roma, 11 Gennaio 2008
ACQUA – Baggiani:“Urge uniformità di rendicontazione del Gestore”
Il 16 e 17 gennaio 2008: La misura prestazioni, ANEA lancia il primo dibattito internazionale
«Un sistema uniforme di rendicontazione della gestione del servizio idrico, magari predisposto dallo stesso Coviri». A chiederlo è il presidente ANEA Luciano baggiani nel primo dibattito internazionale mai avviato sulla misura delle prestazioni nel servizio idrico integrato. L’appuntamento indetto dall’Associazione nazionale Autorità ed enti di ambito che rappresenta la maggior parte degli Ambiti territoriali ottimali del ciclo idrico italiano, è per mercoledì 16 e giovedì 17 gennaio 2008 nel cuore di Trastevere, nel palazzo dell’Informazione di piazza Mastai 9. Un’occasione, quella della prossima settimana – dichiara Baggiani – in cui solleciterò ufficialmente davanti a esperti internazionali e rappresentanti istituzionali la nascita di un sistema uniforme su scala nazionale di rendicontazione della gestione delle società incaricate. In altre parole, come inchiodare i gestori alle loro responsabilità e mettere fine alla Babele di tariffe del sistema Italia? «Si tratta– chiarisce Baggiani – di riprendere in mano il documento predisposto dal Coviri nel 2005 per definire le linee guida contabili di un progetto ambizioso ma realizzabile: instaurare un flusso informativo continuo tra ATO e gestore attraverso verifiche del rapporto tra costi di gestione e tariffe praticate e del raggiungimento degli obiettivi di miglioramento. E finalmente consentire una comparazione tra più gestori secondo criteri di trasparenza e libero mercato».
LO STUDIO ANEA – La misurazione delle qualità e il confronto tra le prestazioni dei gestori, detto anche benchmarking, sono infatti tra gli strumenti operativi più importanti nella regolazione dei servizi pubblici e a dimostrazione di questo, l’ANEA presenterà nella due giorni internazionale uno suo studio di benchmarking sui costi operativi. Si tratta di un’analisi dei dati tecnici ed economici di 21 società affidatarie del servizio idrico sulla base delle seguenti grandezze: popolazione servita, metri cubi, personale dipendente, energia elettrica, ricavi e costi di gestione. Difficoltà emerse: gestori che utilizzano tecniche di contabilizzazione diverse, criteri di rendicontazione diversi di regione in regione. I problemi riscontrati nella fase di raccolta dati – osserva Baggiani – ci portano a un’unica conclusione: solo il Comitato di vigilanza come unico organo nazionale in grado di raccogliere i dati, elaborarli e restituirli alle stesse autorità, può predisporre un sistema omogeneo di rendicontazione».
IL DIBATTITO INTERNAZIONALE
In ambito nazionale parleranno di incentivi, efficienza e benchmarking, Alessandro Petretto, ordinario di Economia Pubblica della facoltà di Economia di Firenze e Giovanni Fraquelli, ordinario di economia e Gestione delle Imprese all’università “Amedeo Avogadro”di Torino. La relazione conclusiva sarà invece quella di Roberto Passino, presidente del Coviri. Nel corso della prima giornata, si aprirà una finestra di rilevanti esperienze internazionali nel benchmarking. A parlare saranno Sally Birse dell’Ofwat, il regolatore inglese, il francese Jean Luc Redaud, a capo della Commissione per la qualità delle acque dell’International Standardisation Organization, ed Enrique Cabrera dell’Università di Valenzia, a capo del Gruppo di Lavoro “ Gestione efficiente dei sistemi idrici urbani” dell’International Water Association, di cui l’Italia è parte con altri 129 paesi.
Roma,16 Gennaio 2008
ANEA – Baggiani: “Gestori costretti a sistema unico di rendicontazione tariffe”
Lo studio presentato: “Difficoltà a misurare i costi, i gestori non ci danno i dati”
«Un sistema uniforme di rendicontazione della gestione del servizio idrico, magari predisposto dallo stesso Coviri e un’authority di regolazione del settore. Ce l’hanno già Inghilterra e Francia e noi?».
E’ la richiesta lanciata dal presidente ANEA Luciano Baggiani non solo al mondo degli ATO, gli ambiti territoriali ottimali regolatori e controllanti del servizio idrico integrato nel rapporto con l’ente gestore riuniti oggi e domani a Roma per parlare di misurazione della qualità e delle prestazioni del servizio. Ma anche un appello rivolto ai rappresentanti istituzionali e agli esperti internazionali partecipanti al dibattito da Roberto Passino, presidente del Coviri a Sally Birse dell’Ofwat, l’authority inglese di regolazione.
«Oggi l’Anea presenta un suo studio di benchmarking», introduce Raffaele Loddo vicepresidente dell’associazione. «E’ un’analisi dei dati tecnici ed economici di 21 società affidatarie del servizio idrico – enumera – sulla base delle seguenti grandezze: popolazione servita, metri cubi, personale dipendente, energia elettrica, ricavi e costi di gestione ma abbiamo rilevato difficoltà perché da parte dei gestori ci sono tecniche di contabilizzazione e criteri di rendicontazione diversi di regione in regione. Una ragione in più per costruire unici parametri di costo da parte del gestore».
«Nel sistema idrico integrato, servizio per natura monopolista –interviene Baggiani – e’ necessario infatti trovare gli strumenti efficaci per misurare le prestazioni dei gestori premiando quelli efficienti e penalizzando gli inefficienti a tutela dell’utente. Ed ecco come: instaurare un flusso informativo continuo tra ATO e gestore attraverso verifiche del rapporto tra costi di gestione e tariffe praticate e del raggiungimento degli obiettivi di miglioramento consentendo una comparazione tra più gestori secondo criteri di trasparenza e libero mercato».
Sul fronte Authority invece, «l’Anea propone di superare il Coviri, le cui funzioni sono limitate in quanto organo propositivo del ministero dell’Ambiente, per arrivare all’istituzione di un’Authority indipendente di settore». Un diverso punto di vista, pur nel reciproco clima di collaborazione alla ricerca di un sistema di rendicontazione valevole per tutti, è stato invece quello espresso dal Coviri. «Quello dell’authority è un falso problema, non attuale – dichiara Passino a capo di un organo che non ha poteri sanzionatori – un po’ come certi dibattiti tra Stato e regioni che litigano sulle competenze. Mi chiedo a questo punto se sia il caso di acquisirne di nuove quando non si è capaci di esercitare quelle che si hanno».
Un’opinione legittima – risponde a caldo Luciano Baggiani – ma con tutti i limiti che il presidente già conosce visto che il Coviri è un organo espressione del ministero, le cui proposte vanno avanti se è il ministro a deciderle. Serve invece un’authority indipendente e del resto è già in una proposta di legge di questo Governo che però non ci soddisfa a pieno visto che accorpa la nostra con l’energia elettrica e il gas».
E di economie di scala e sostenibilità hanno parlato in mattinata le relazioni dei rappresentanti del mondo accademico intervenuto al dibattito con il professor Fraquelli, ordinario di economia e Gestione delle Imprese all’università “Amedeo Avogadro”di Torino e Alessandro Petretto, ordinario di Economia Pubblica della facoltà di Economia di dell’università di Firenze. «E’ necessario dare un nuovo significato al concetto di sostenibilità, aggiungendo agli aspetti economici i temi dell’ambiente e della inclusione sociale».
Roma, 21 febbraio 2008
Un altro intervento legislativo che annacqua lo spirito di riforma del servizio idrico integrato originariamente proposto dalla legge Galli
«Dove sono finite la “definizione degli indici di produttività per la valutazione dell’economicità delle gestioni”, l’ “individuazione di livelli tecnologici e modelli organizzativi ottimali dei servizi” e i concetti di “sperimentazione e adozione di tecnologie innovative” previste dalla legge Galli?».
Se lo chiede il presidente ANEA Luciano Baggiani in merito alla recente approvazione governativa del secondo correttivo al TU Ambiente 2006 di riordino dei servizi pubblici locali. «Quello che esce fuori da questo secondo testo – spiega l’esponente dell’associazione che riunisce la maggior parte degli enti locali con compiti di regolazione e controllo della gestione del servizio idrico integrato – è un Coviri indebolito rispetto allo spirito di riforma del servizio idrico integrato originariamente proposto dalla legge Galli. Mentre restano invariate le funzioni di raccolta, elaborazione e restituzione dei dati statistici e conoscitivi dell’intero sistema idrico – rileva Baggiani – sparisce invece proprio il riferimento a quegli “indici di produttività” su cui da tempo stiamo lavorando proprio con il Coviri per una gestione più efficace e razionale del servizio».
Roma, 22 Marzo 2008
Giornata mondiale acqua – Baggiani: “Altro che sprechi… La spesa degli ato non arriva nemmeno a un euro per abitante!»
«Ricorre domani la giornata mondiale dell’acqua e nonostante la nostra situazione sia ancora in netto svantaggio rispetto a quella di altri paesi europei, dall’anno scorso i dati migliorano». Lo fa sapere alla vigilia dell’annuale ricorrenza, il presidente ANEA Luciano Baggiani: «In un anno sono aumentati insediamenti e affidamenti del servizio idrico da parte degli ato passati da 55 a 67». Baggiani passa quindi in rassegna i dati del Coviri preparati in vista della relazione che il Comitato presenterà al nuovo Parlamento alla cui stesura ha collaborato da vicino l’ANEA che riunisce sotto la sua sigla la maggior parte dei nostri ato. «Gli ATO insediati sono 91 e 81 i piani di ambito approvati attraverso i quali gli enti locali riuniti in consorzi o convenzioni tra comuni sono chiamati a definire i piani di investimento. A fare la parte del leone i consorzi, che sono di più, 48 contro le 43 convenzioni, dove i primi sono costati più delle seconde visto che nel 2006 i consorzi hanno speso 32.156.000 euro rispetto ai 12.297.000 delle convenzioni. Peccato che per la meraviglia dei nostri detrattori, la somma di queste due cifre – conteggia Baggiani – sia di 44.453.000 euro, il che fa 0.98 centesimi per abitante….mi domando se siano questi i costi della politica!». Baggiani sintetizza quindi gli ultimi sviluppi della geografia del sistema idrico italiano: A dicembre 2007 gli ato che hanno affidato il SII (Servizio idrico integrato) sono 67 e i gestori 106. Di questi 5 sono privati, 31 società miste, 64 società pubbliche e 6 atre tipologie di affidamento: Il 60% degli affidamenti è quindi ancora “in house”, in genere prevalenti al nord e al sud Italia mentre al centro la prevalenza va alle società miste».Un buon salto in avanti anche se molto resta ancora da fare: «Ci sono ancora ben dieci ato che non hanno ancora fatto i piani di ambito e attendiamo dal Parlamento quelle riforme che il servizio attende da tempo. Mi riferisco al rafforzamento del ruolo del regolatore locale e di quello nazionale a cominciare dalla presenza di un soggetto indipendente e di settore che combatta le distorsioni strutturali ed economiche del settore». E in ultimo spiega: «A oggi, troviamo ancora enti locali che sono controllori e controllati nelle società miste o in house che gestiscono e una diversità generalizzata nell’applicazione delle tariffe. Situazione, questa, che sarebbe superata con la nascita di un sistema unico di rendicontazione delle tariffe in modo da calmierare un mercato dalla accentuata specificità».
Roma, 29 Maggio 2008
ACQUA/SII: Baggiani (ANEA): “L’Authority apre un’istruttoria ma gli affidamenti sono previsti dalla legge”
«L’Associazione non può che apprezzare l’attenzione dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture sulla legittimità degli affidamenti, condizione imprescindibile per la piena tutela dell’utente tuttavia consideriamo che i 64 Ato che hanno deliberato l’affidamento a una società interamente pubblica, hanno effettuato una scelta tra quelle previste dalla legge».
E’ il commento di Luciano Baggiani, presidente dell’ANEA, l’associazione che raggruppa la maggior parte degli ato italiani all’istruttoria sui 64 affidamenti a società completamente pubbliche avviata il 7 maggio scorso dall’Autorità dopo un’indagine conoscitiva. «L’Autorità – considera – sulla base di una circolare del Ministero dell’ambiente del 2004, intende valutare la legittimità degli affidamenti deliberati senza gara. In particolare la norma e la giurisprudenza richiederebbero che l’affidamento diretto avesse un carattere di eccezionalità e che il rapporto tra l’affidatario e la società corrispondesse a quello intercorrente tra il comune e i suoi uffici».
D’altro canto – sottolinea il rappresentante associativo – la normativa italiana, sia nel decreto ambientale che nel testo unico enti locali, prevede quali possibili forme di gestione l’affidamento con gara, affidamento a società mista e quello a società interamente pubblica. Di conseguenza i 64 ato hanno fatto una scelta tra quelle legittimamente possibili».
Roma, 25 Luglio 2008
ACQUA, Baggiani (ANEA): “Riforma servizi pubblici locali non tutela gli utenti”
«Dov’è la tutela dell’utente di fronte a un ddl che non interviene sui nodi più critici che caratterizzano l’organizzazione dei servizi idrici?». Lo domanda Luciano Baggiani, presidente Anea, a proposito dell’articolo sui servizi pubblici locali inserito nella manovra economica triennale approvata ieri dalla Camera.
L’associazione che rappresenta la maggior parte degli enti preposti alla regolazione e al controllo dei servizio idrico italiano non nasconde le sue perplessità sulla formulazione del testo: «Non affronta la questione della debolezza che caratterizza le autorità di ambito: le istituzioni preposte al controllo e alla tutela dell’utente. In più – ritiene Baggiani – I servizi idrici, per loro natura, non si prestano all’introduzione della concorrenza diretta e la regolazione pubblica rimane l’unico strumento per tutelare l’utente dall’abuso del monopolio.
E conclude: «Ecco perché una riforma dei servizi pubblici locali che metta al centro la tutela dell’utente, deve necessariamente rafforzare le funzioni della regolazione pubblica degli ato a cui va garantita maggiore indipendenza e autonomia. Anche attraverso la costituzione di un’autorità indipendente nazionale di settore del servizio idrico».
Roma, 29 Settembre 2008
ACQUA – Baggiani (ANEA): “Authority comune con energia è soluzione improvvisata”
«Una soluzione improvvisata e inadeguata».
Così Luciano Baggiani, presidente Anea, l’associazione che rappresenta gli ato italiani addetti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici, definisce la volontà del ministro Claudio Scajola di attribuire le competenze del settore all’autorità per l’energia.
Si tratta di una proposta di emendamento al ddl 1441 ter – “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese e in materia di energia” presentato dal Governo alla commissione Attività produttive della Camera che affronta anche il tema dell’acqua e dei servizi idrici. «All’articolo 16 bis – Baggiani riporta il contenuto dell’articolato – il ddl trasferirebbe le attuali competenze in materia di regolazione delle tariffe dei servizi idrici dal Ministero dell’ambiente che si avvale del Comitato per la vigilanza sulle risorse idriche, all’autorità per l’energia elettrica e il gas».
Ma si tratta di una vecchia proposta già avanzata da altri governi che rischia di dare una soluzione inadeguata ai temi della regolamentazione della qualità dei servizi, della sostenibilità delle tariffe e più in generale della tutela dell’utente».
Per l’Anea, si profila ancora una volta «una soluzione che nasce dall’improvvisazione che da ormai troppo tempo, caratterizza gli interventi dei governi in questo settore così importante per la tutela dei cittadini e dell’ambiente.
«L’organizzazione dei servizi idrici, per il forte legame che ha con la gestione della risorsa idrica e la particolare struttura tecnologica della sua filiera produttiva, è un monopolio naturale che richiede una regolazione fortemente focalizzata al settore e quindi un’autorità indipendente nazionale per i servizi idrici.
Solo un’authority di questo tipo integrata con l’attività di controllo e regolazione che i comuni svolgono attraverso gli ATO sul territorio – conclude – è in grado di assicurare un’efficace tutela dell’utente e dell’ambiente».
Roma, 28 Ottobre 2008
ACQUA, ANEA: «NOSTRA AREA INTERNAZIONALE PER UNA RETE TRA REGOLATORI»
«Una rete tra regolatori per avviare momenti di approfondimento comune, confrontarsi sui problemi e comparare i dati dei gestori a livello internazionale per indurli a migliorare costantemente le prestazioni». A chiederla in occasione della presentazione dell’area internazionale ANEA di domani 29 0ttobre alle 15.00 all’hotel Nazionale a Piazza Montecitorio, è Luciano Baggiani, presidente dell’associazione degli ato italiani incaricati di regolare e controllare il servizio idrico nazionale. Il seminario illustrerà le potenzialità della cooperazione internazionale nel campo della regolazione del servizio idrico: un’attività costruita nel tempo dall’ANEA grazie a ricercatori provenienti dal mondo universitario e istituzionale e voluta per favorire un clima di collaborazione sulla regolazione con i partner esteri dell’associazione nazionale. Tra le presenze di domani, il presidente Coviri Roberto Passino, Sanford Berg dell’Università della Florida che illustrerà alcune esperienze di partenariato tra regolatori e le loro potenzialità e Roberto Malaman, direttore generale della nostra authority per l’energia elettrica e il gas sull’esperienza italiana nella rete internazionale di regolatori dell’energia.
«La nostra giovane cultura della regolazione – dichiara baggiani – può imparare molto da organi come l’OFWAT inglese, agenzia nazionale indipendente incaricata della regolazione delle trasformate aziende pubbliche in società di gestione oggi sul mercato azionario o dall’esperienza degli Stati Uniti, pionieri in questo campo, grazie a commissioni di regolazione a livello statale risalenti addirittura a fine del ‘800 – primo ‘900».