Anea, pronti a riassetto governance servizio idrico
Il ridisegno del ruolo istituzionale degli Enti d’Ambito operato dal dl “Sblocca Italia” e gli indirizzi del Collegato ambientale in un convegno tenutosi a Roma. Abbondanzieri: stagione nuova, riconoscimento importante; rafforzeremo capacità di interlocuzione
Un impegno non indifferente quello che aspetta gli Enti d’Ambito, che rivendicano la propria importanza nel rendere – soprattutto alla cittadinanza – un servizio di regolazione pubblica legato al territorio ma si ritrovano spesso a corto di risorse, economiche e professionali, per svolgere un lavoro complesso che richiede competenze tecniche, ancor più a fronte dei nuovi compiti che il decreto “Sblocca Italia” ha affidato loro. Un ruolo di rilievo, finalmente riconosciuto, da cui non ci si tirerà indietro ma piuttosto si dovrà lavorare per rafforzarlo superando le difficoltà: è quanto ha sottolineato la presidente dell’Anea, Marisa Abbondanzieri, esprimendo soddisfazione per quella che appare una “stagione nuova” per gli Enti d’Ambito dopo anni di dimenticanza e discussioni sulla loro cancellazione. “Non ci aspettavamo un articolo 7 dello Sblocca Italia così ben scritto”, ha affermato Abbondanzieri, rimarcando che disposizioni come quella che sancisce l’obbligatorietà della partecipazione degli enti locali agli Enti di governo dell’Ambito affermano una “cogenza solo un paio di anni fa inimmaginabile”. Secondo la presidente di Anea, il ruolo assegnato ai regolatori locali dal decreto Sblocca Italia ne fa anche “il braccio operativo per futuri scenari come quello delle aggregazioni” ma soprattutto ne sottolinea l’insostituibile funzione di presidi territoriali, da “difendere e rafforzare a garanzia del cittadino-utente”.Con il decreto legge n. 133/2014 (“Sblocca Italia”), all’esame della Camera dei deputati (v. Staffetta 20/10), si profila un significativo cambiamento per il servizio idrico integrato, che passa per un ridefinizione più rigorosa della governance del settore e per una decisa spinta verso l’unicità della gestione del servizio all’interno degli Ato. Altre novità – come il Fondo di garanzia per le opere idriche, la tariffa sociale e disposizioni in materia di morosità – sono contenute nel disegno di legge in materia ambientale collegato alla legge di Stabilità 2014, anch’esso in discussione alla Camera. Si tratta di disposizioni, in particolare quelle previste dal decreto “Sblocca Italia”, che vedono in buona parte protagonisti gli Enti d’Ambito – denominati dal decreto stesso Enti di governo dell’Ambito – la cui associazione, l’Anea (rappresentativa di circa 50 enti di tutta Italia), ha organizzato mercoledì scorso, a Roma, un seminario d’approfondimento per fare il punto sul lavoro sinora svolto e su quello che attende i regolatori locali in relazione alla normativa in via di definizione.
La stessa Anea ha lavorato per trovare una sponda nella Commissione Ambiente della Camera, che ha recepito alcune delle proposte dell’associazione negli emendamenti approvati. La capacità di portare le proprie istanze in ascolto presso il Parlamento o di fronte all’Autorità centrale di regolazione, ha sottolineato Abbondanzieri, è direttamente proporzionale al rafforzamento della rappresentatività dell’associazione che deve abbracciare porzioni d’Italia sempre più vaste per interloquire con sempre maggiore efficacia. L’auspicio è di aprire un confronto proficuo anche con le Regioni, interlocutore sinora assente ma fondamentale nell’ambito dei processi organizzativi del servizio idrico sul territorio; del resto, proprio la disomogeneità delle legislazioni regionali è alla base dell’attuale varietà di situazioni organizzative presenti sul territorio nazionale, con Enti d’Ambito ai quali talvolta sono attribuite anche competenze difformi tra loro. Occasione per costruire un percorso comune, ha annunciato la presidente dell’Anea, potrebbe essere un convegno sulla governance del servizio idrico integrato che l’associazione intende organizzare in primavera. Quanto alla posizione di Anea circa il dimensionamento degli Ato su scala regionale, si tratta di una questione da affrontare: “personalmente credo che siamo a uno snodo nell’organizzazione degli Ato”, ha detto Abbondanzieri, sottolineando che “se 10 Regioni hanno optato per l’Ato regionale qualcosa vorrà dire”; ma l’associazione, che riunisce diversi tipi di enti, non è ancora giunta a una sintesi sul merito che ne identifichi l’orientamento.
A presentare nel dettaglio le principali novità normative sono stati Alessandra Francesconi, responsabile Affari generali dell’Aato 2 Marche Centro Ancona, che ha curato insieme alla responsabile Affari giuridici dell’Autorità idrica toscana Marisa D’Agostino e in collaborazione con Chiara De Blasi dell’Anea una relazione sul decreto Sblocca Italia, e Lorenzo Furia, coordinatore dei rapporti con l’utenza e comitati qualità dell’Autorità idrica toscana, che si è occupato del Collegato ambientale (in allegato le due relazioni).
Francesconi ha sottolineato come il decreto n. 133/2014 abbia delineato un rafforzamento del ruolo istituzionale degli Enti di governo d’Ambito soprattutto rispetto agli enti locali, mentre è stato definito in modo meno chiaro il rapporto con l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Rispetto a quest’ultima, sembra esserci spazio per un rafforzamento del ruolo dei regolatori locali soprattutto nell’ambito della definizione delle convenzioni tipo per regolare i rapporti tra Enti d’Ambito e gestori, definizione da cui sono estromesse le Regioni lasciando agli Enti d’Ambito il ruolo di interlocutori dell’Aeegsi. A questo proposito, l’Anea ha chiesto di poter fornire pareri preventivi obbligatori sulle convenzioni tipo ma riconosce che già ora l’Aeegsi prevede per l’associazione uno speciale spazio di consultazione sui propri provvedimenti. Appaiono positive quelle disposizioni che mirano a ridurre il rischio regolatorio in favore della bancabilità, come nel caso della forza imperativa attribuita alle convenzioni tipo (in conformità alle quali devono essere integrate le convenzioni in essere), dei contenuti minimi indicati per le stesse e della regolarizzazione amministrativa prevista per gli affidamenti. Quest’ultimo elemento ha anche la funzione di ridurre la frammentazione delle gestioni, favorendo il graduale passaggio al gestore unico, rispetto al quale sono però da chiarire meglio le previsioni circa la valutazione di conformità degli affidamenti. Una certa criticità, infine, presenta la previsione secondo cui l’affidamento al gestore unico può avvenire a partire da un bacino di utenza pari almeno al 25% della popolazione ricadente nell’Ato (sulla quale ha espresso perplessità anche l’Aeegsi), in particolare per quanto concerne la taratura delle gare che deve essere dimensionata sull’intero territorio da gestire.
Quanto al Collegato ambientale, Lorenzo Furia ha ricordato i principali obiettivi che il ddl si pone: favorire la realizzazione degli investimenti nel settore idrico e garantire l’accesso universale all’acqua. Al primo obiettivo corrisponde l’istituzione di un apposito Fondo di garanzia, finanziato dalla tariffa e gestito dalla Cassa conguaglio per il settore elettrico, che dovrebbe intervenire a facilitazione del finanziamento degli interventi e a garanzia dell’adempimento nei confronti dei finanziatori. Il carico sulla tariffa dovrebbe diminuire mano a mano che il Fondo viene alimentato; secondo una stima di Federutility il Fondo entrerebbe a regime nell’arco di 10-15 anni. Un aspetto da gestire con attenzione è quello del carattere perequativo del Fondo, che implica una sussidiarietà tra territori da calibrare. Con riferimento alla tariffa sociale del servizio idrico integrato, invece, Furia ha ricordato che già il Metodo tariffario idrico varato dall’Autorità prevede uno scaglione di consumo agevolato per 30 mc/anno per utente domestico e che sono state svolte consultazioni sul bonus idrico. Nella definizione della tariffa sociale andranno individuati con attenzione i consumi fondamentali – la proposta di legge dei movimenti per l’acqua, ad esempio, prevede 50 l/abitante/giorno – e le soglie di disagio economico (da definirsi, probabilmente, sulla base dell’Isee). In ultimo, il Collegato ambientale affronta il problema della morosità nel servizio idrico, proponendosi di contenerla mantenendo la copertura dei costi efficienti di esercizio e garantendo un quantitativo minimo vitale di acqua agli utenti morosi. Da questo punto di vista, appare delicata la definizione di una procedura di gestione della morosità con la riduzione dei flussi idrici, più complessa per il gestore rispetto alla sospensione della fornitura ma meno rischiosa sul piano sanitario, e vanno ben gestiti gli aspetti dell’individuazione dei consumi fondamentali e della gestione nei condomini. L’auspicio dell’Anea è che su tali tematiche si trovi un collegamento tra l’Aeegsi e gli Enti d’Ambito.
In ultimo, il coordinatore tecnico dell’Anea e direttore generale dell’Autorità idrica toscana, Alesssandro Mazzei, ha voluto sottolineare che altre parti del d.lgs. n. 152/2006, oltre a quelle su cui ha inciso il decreto “Sblocca Italia”, meriterebbero di essere aggiornate in accordo con le implicazioni della nuova regolazione del servizio idrico: i Piano d’Ambito, per esempio, sono attualmente assoggettati a Valutazione ambientale strategica, procedura che non può svolgersi con la frequenza che gli aggiornamenti imposti dall’Aeegsi richiedono.
© Riproduzione riservata