La Riforma del Servizio Idrico: a che punto siamo?
La riforma dei servizi pubblici locali, ivi compreso quello idrico, contenuta nel decreto legge 135 è stata approvata la scorsa settimana nell’aula del Senato. Il testo uscito da Palazzo Madama accoglie alcuni emendamenti presentati dalle associazioni di categoria, ma lascia pressoché invariata la questione degli affidamenti “in house” che, in assenza di adeguamento alla nuova disciplina, scadono improrogabilmente il 31 dicembre 2011. Leggere modifiche si hanno invece sulle scadenze legate alle società miste quotate in borsa, dove le percentuali di partecipazione pubblica dovranno scendere al 40% entro il 30 giugno 2013 ed al 30% entro il 31 dicembre 2015. Da martedì scorso il provvedimento è all’esame, in sede referente, della prima commissione della Camera che, da quanto è dato sapere, dopo le audizioni di giovedì 12, calendarizzerà il voto in aula a Montecitorio. L’iter complessivo dovrebbe concludersi entro il 24 novembre.
Infatti entro questa data il decreto deve essere emanato dal Capo dello Stato pena la decadenza: terminano i 60 giorni previsti per la conversione in legge della normativa emanata dall’esecutivo.
Investimenti nel Servizio Idrico: paralisi da riforma
Gli investimenti previsti per il 2010, 2011 e 2012 non si faranno: sfumano interventi per circa 2,4 miliardi di euro. E’ questo l’impatto finanziario della riforma stimato dall’Anea ed illustrato nel seminario che si è tenuto lo scorso 10 novembre a Roma, in relazione alla parte di norma che prevede la cessazione, al 31 dicembre 2011, delle gestioni “in house” nel caso le amministrazioni non cedano almeno il 40% del capitale a soggetti privati. Delle 114 società affidatarie di concessioni, al mese di luglio del 2009, ben 58, pari al 51%, sono società interamente pubbliche, che hanno ricevuto dunque l’affidamento in qualità di “in house”. Gli investimenti previsti da queste aziende per i prossimi 5 anni rappresentano, in media, il 50% del totale degli investimenti programmati a livello nazionale per il servizio idrico. Ed è proprio su tali interventi che grava la pesante ipoteca della nuova disciplina del DL 135/2009. Difatti, se i nuovi affidamenti dovranno essere definiti entro il dicembre del 2011, è probabile che i primi contratti di finanziamento non vengano formalizzati prima del 2012 e quindi il primo anno utile del finanziamento finirà per essere il 2013. Sarà dunque inevitabile che gli interventi previsti per il 2010, 2011 e 2012 debbano essere posticipati, per un importo che presumibilmente ammonterà alla somma degli investimenti previsti per quegli anni.
L’effetto della norma sarà quello di paralizzare per tre anni interventi che, economicamente, sono quantificabili in circa 2,4 miliardi di euro. A farne le spese sarà, in molti casi, il processo di miglioramento della qualità del servizio, avviato con l’affidamento ed i Piani d’Ambito. Ma non solo. Il blocco degli investimenti segnerà, probabilmente, un peggioramento della qualità del servizio, a causa della difficoltà ad intraprendere interventi di manutenzione straordinaria in assenza di erogazioni finanziarie. Non si possono poi tacere gli effetti sull’indotto. In assenza di stanziamenti si fermeranno anche le attività di fornitura di materiali e attrezzature, il settore delle costruzioni, i servizi di progettazione e consulenza. Sebbene sia difficile stimarne l’ammontare, è presumibile che l’impatto su tali settori sia considerevole, a causa degli effetti moltiplicativi che, si sa, legano i vari settori dell’economia. Nell’attuale congiuntura del nostro sistema produttivo, che lascia appena intravedere una lenta e faticosa fuoriuscita dell’Italia dalla crisi economica degli ultimi due anni, congelare 2,4 miliardi di euro di investimenti significa rinunciare ad una consistente quota di domanda aggregata, con ovvie ripercussioni in termini di minore prodotto e lento recupero dei livelli occupazionali. Non era certo questo, vogliamo credere, il progetto disegnato per il futuro del servizio idrico integrato.
Authority e Riforma: ancora una volta niente di fatto
Tutti, o quasi, gli interventi proposti sul testo della riforma puntano a disciplinare il rapporto pubblico-privato all’interno dei gestori, nel tentativo di spingere verso una liberalizzazione che, ancora una volta, l’Anea non esita a definire “pericolosa sperimentazione”. A fronte infatti di una spinta alla partecipazione privata nel settore idrico non di fa nulla per dare una reale autonomia alle AATO, chiamate a
garantire gli utenti attraverso il controllo sulle tariffe e sulla qualità del servizio. Per questo Luciano Baggiani ha commentato, durante il seminario di martedì scorso dell’Associazione: “Se chi controlla il rispetto di un accordo è un ente soggetto a pressioni di natura politica, non può esserci alcuna garanzia di imparzialità. E’ quello che succede oggi nel Servizio Idrico Integrato.” Con l’attuale organizzazione, la verifica sulla corretta applicazione da parte dei gestori del contratto di servizio, viene svolta dall’Assemblea dei Sindaci dei singoli Ambiti Territoriali Ottimali, cioè un organo politico non sempre idoneo a valutazioni prettamente tecnico-gestionali. Tali valutazioni andrebbero svolte all’organo esecutivo dell’ATO, l’Autorità, in maniera indipendente ed autonoma, senza condizionamenti politici, per poter, in caso, applicare sanzioni al gestore inadempiente. Affrontare in queste condizioni una privatizzazione o una liberalizzazione nel settore idrico significa dare carta bianca ad un gestore monopolista, senza aver prima creato un’autorità indipendente di controllo. Nel tentativo di dare soluzione alla questione l’Anea ha chiesto che, in assenza di una riforma organica del settore – che pure sarebbe auspicabile ed in tempi rapidi – l’attuale provvedimento sia modificato introducendo norme che disciplinino a livello nazionale compiti e struttura dell’esecutivo dell’ATO, garantendone l’autonomia dalle forze politiche. Si potrebbero mutuare, a livello locale, i principi normativi ipotizzati nella disciplina per l’elezione delle Autorità a livello nazionale, quali, ad esempio, i criteri di nomina, composizione e poteri sanzionatori diretti. In dettaglio l’esecutivo delle AATO potrebbe essere nominato sempre da parte dell’Assemblea dei Sindaci, ma a
maggioranza qualificata dei due terzi, così da garantirne l’imparzialità politica, tra persone di comprovata capacità ed esperienza nel settore, che non siano membri di altri enti o istituzioni locali. Potrebbe poi essere composto da un numero di membricompreso tra 3 e 5, per consentirne un efficiente funzionamento senza ulteriore aggravio di costi. Infine dovrebbe essere dotato di poteri sanzionatori diretti verso il gestore in caso di mancata o scorretta applicazione del contratto di servizio (investimenti, tariffa, qualità e continuità del servizio). Resterebbero dunque in capo all’Assemblea dei Sindaci le funzioni di indirizzo strategico e di valutazione politica.
“L’attuale riforma è, giustamente, intervenuta cercando di favorire una maggiore liberalizzazione. – Ha concluso Baggiani – Ma bisogna andare oltre. Bisogna garantire l’autonomia dei controllori a livello locale e nazionale. In questo senso auspichiamo anche l’istituzione di una Authority nazionale del Servizio Idrico, sul modello di quando già avviene in molti paesi industrializzati.”
Servizio Idrico integrato e Consumatori: l’impegno dell’Anea per una mediazione.
Il rapporto non sempre facile, tra utenti e normativa del servizio idrico integrato ha portato l’Anea ha valutare con attenzione numerose iniziative che le associazioni dei consumatori stanno intraprendendo. Aprirsi al dialogo è infatti essenziale per le Autorità ed Enti d’ambito alle quali è demandato il non semplice compito di regolatori. I dati di una recente ricerca di Cittadinanzattiva hanno registrato un aumento medio delle tariffe, nello scorso anno, del 5,4% rispetto al 2007, con differenze significative tra regione e regione. «Il settore idrico – ha dichiarato in un’intervista Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva – può essere preso a paradigma delle tante facce dell’Italia: al Nord si investe di più e le tariffe sono mediamente più basse. Al Sud non si investe, la rete è un colabrodo, e anche se i parametri di potabilità sono migliori che al Nord, le continue interruzioni del servizio in molti casi non favoriscono il consumo dell’acqua di rubinetto». L’Anea non può che concordare sulla necessità di un maggior controllo sugli investimenti e sull’attività di gestione in senso ampio, proponendo, nelle sedi opportune, tutti gli interventi utili a migliorare la normativa. D’altro canto le stesse AATO, in quanto regolatori, non possono non applicare la normativa esistente, per complessa e frammentaria che sia. Capire entro quali limiti sia possibile intervenire a vantaggio degli utenti (e nel rispetto della legge) è lo scopo che l’Associazione si è posta nell’azione di dialogo. Rientrano dunque in questo ambito i colloqui tra Anea e Federconsumatori per i rimborsi delle quote di depurazione previsti con il decretoministeriale. La proficua collaborazione con questa associazione ha portato ad evidenziare incongruenze nel testo ministeriale che saranno oggetto di una specifica richiesta di chiarimenti, in dettaglio sugli aspetti relativi al computo degli interessi e all’istanza di rimborso. Altra e non meno importante collaborazione è stata avviata con Altroconsumo e Provincia di Roma, in occasione del convegno che si terrà il prossimo 16 novembre (Roma, Palazzo Valentini, h: 10,00 – Sala Di Liegro) su “La qualità dell’acqua di casa”, cui parteciperanno anche il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il garante regionale del Servizio Idrico Integrato del Lazio, Lucia Pitzurra, e Silvia Castronovi, Direttore Relazioni Esterne di AltroConsumo.
La formazione in calendario: Rimborsi per le tariffe di depurazione e finanziabilità del Servizio Idrico Integrato
Benché la data non sia ancora confermata, dovrebbe svolgersi il prossimo 30 novembre, a Roma, un seminario sui rimborsi legati alle tariffe di depurazione, secondo quanto disposto dal recente decreto ministeriale. Sarà cura dell’organizzazione informare, per tempo, tutti gli associati sui dettagli logistici dell’appuntamento. Sono invece già definite le date del prossimo appuntamento periodico con la formazione: il 2 e 3 Dicembre di svolgerà a Firenze il corso dedicato al finanziamento degli investimenti in un mercato regolato. La due giorni toscana è rivolta ai Direttori e Presidenti delle Autorità ed Enti d’Ambito, nonché ai loro dipendenti, collaboratori e consulenti, ma la partecipazione è aperta anche al personale dei gestori, con compiti di raccordo con le AATO, ed ai dirigenti degli enti locali. Si parlerà non solo di finanziamento dei servizi pubblici e infrastrutturali ma anche degli strumenti di finanziamento, di come predisporre e
sviluppare il project finance e delle attività degli advisor delle banche, per concludere con l’impatto del finanziamento sulla regolazione.