Associazione Nazionale
degli Enti di Governo
d’Ambito per l’Idrico e i Rifiuti

Newsletter 1/2013

Marisa Abbondanzieri interviene in Commissione Ambiente della Camera sullo “stato dell’arte” del comparto idrico
FinanziabilitaÌ€ degli interventi nell’ammodernamento del Servizio idrico integrato, maggior presenza di un’autorità indipendente a livello nazionale e parallelo riconoscimento dell’efficacia della regolazione locale.
Queste le tematiche più sensibili che hanno caratterizzato l’intervento di Marisa Abbondanzieri, Presidente ANEA, nel corso dell’audizione del 13 novembre scorso presso la VIII Commissione Permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati. L’intervento ha trovato spazio nell’ambito di una consultazione sollecitata dalla risoluzione recentemente presentata dall’On. Daga (M5S), “sull’introduzione nell’ordinamento nazionale di principi e norme per la tutela e la gestione pubblica delle acque, nonché per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato”.
I numerosi cambiamenti vissuti dall’intero comparto negli ultimi decenni non potevano non generare criticità e difficoltà di interpretazione normativa e gestionale.
Dai prodromi della legge Galli fino al trasferimento delle funzioni attinenti alla regolazione e al controllo all’AEEG il cammino è stato tortuoso e gli assetti e le competenze ne hanno risentito.
Motivi forti, questi, per auspicare maggior incisività a riconsiderare la ripubblicizzazione del servizio come leva per la ricerca delle migliori soluzioni (istituzionali, gestionali, economico-finanziarie) atte al raggiungimento di standard di servizio degni di un paese europeo. Anche per scongiurare quella grave ed irreversibile dispersione di risorse idriche (quantificabili in circa 226 milioni di euro sprecati ogni anno) determinata dai mancati investimenti relativi alla cura ed al miglioramento        delle       reti          di            distribuzione”.
Senza dimenticare, inoltre,il rilievo che assume un altro tema “caldo” qual è quello della restituzione dei pagamenti versati dagli utenti, dal 21 luglio al 31 dicembre 2011, rispetto alla quota tariffaria relativa alla voce della remunerazione del capitale investito, poi abrogata dopo l’esito referendario del 2011.
Istanze che possono considerarsi ampiamente superate -spiega Marisa Abbondanzieri – visti i contenuti della delibera dell’AEEG che esprimono e stabiliscono in maniera satisfattiva i criteri per la determinazione degli importi da restituire agli utenti.
C’è nell’aria, comunque, un sentore di razionalizzazione dell’intero settore, che aiuta a vedere in chiave più “moderna” l’intero Paese. E un’opportunità simile non si può perdere.


L’Agenda verde del Governo. Il ddl “novità” di fine anno
Senza timore di apparire retorici, ora si può affermare che l’acqua è un bene sempre più “sociale”.
Il ddl ambiente – noto anche come “Agenda verde del Governo”- approvato il 15 novembre scorso dal Consiglio dei Ministri e collegato alla legge di stabilità introduce, infatti, all’art. 26 la cd. “tariffa sociale”, una novità che consentirà di pagare le bollette relative ai servizi idrici erogati in base alle proprie capacità economiche.
Novità che – come spiega il Ministro Andrea Orlando – mira a “rendere effettivo l’obiettivo di rafforzare la natura pubblica di una risorsa primaria come l’acqua, così come richiesto anche dal Referendum del giugno 2011”.
E’ bene ricordare, a questo proposito, che proprio il quesito dedicato al settore idrico, fu quello che sensibilizzò maggiormente la popolazione, facendo registrare in termini percentuali (57,03%) la più alta partecipazione di votanti.
Il ddl in questione contiene due ulteriori passaggi che confermano , da una parte, una volontà di ammorbidimento delle controversie con il cittadino-utente originate dai mancati pagamenti delle bollette e, dall’altra, uno sviluppo degli strumenti finanziari dedicati alla promozione degli investimenti.
Il delicato tema della morosità, quindi, nelle parole del Ministro Orlando viene analizzato e ricalibrato in questo ddl (art.27) con l’obiettivo di scongiurarne l’insorgenza e contrastarlo quanto basta per evitare che i costi possano ricadere sugli utenti non morosi.“Non si può lasciare all’azienda la facoltà di decidere del distacco dell’acqua. Bisogna garantire procedure adeguate, vista la specificità del bene ‘acqua’, che è un bene fondamentale per la vita umana”, dichiara il titolare del dicastero dell’Ambiente.
Quanto alla politica degli investimenti in materia, l’art.25 del ddl introduce – a decorrere dal 2014- Il Fondo di garanzia per interventi per infrastrutture idriche. E’ uno strumento,questo, che sarà alimentato da una specifica componente della tariffa e avrà l’obiettivo di rilanciare l’operatività finanziaria garantendo – al contempo – un’adeguata tutela ambientale in base a quanto prescritto in sede europea. Ulteriori vantaggi -grazie agli interventi di cui all’art.25- giungeranno a beneficio del miglioramento delle reti di fognatura e depurazione.
Marisa Abbondanzieri, Presidente ANEA, commenta così i contenuti e gli indirizzi del ddl:
”In primo luogo è importante che l’acqua sia considerato bene pubblico e che sia stato posto il tema degli investimenti, ovvero la ricerca di uno strumento che possa rilanciare la realizzazione degli interventi nel servizio idrico integrato. Vedremo come il Parlamento licenzierà la norma. Quanto agli interventi sulla tariffa sociale e sulla morosità, bisognerà trarre spunto dalle esperienze già in atto, tenendo conto che i costi non possono andare solo a carico della tariffa generale. Anche in questo caso, il passaggio parlamentare dovrà apportare i necessari approfondimenti per far sì che la norma possa trovare giusta ed adeguata applicazione. Bisogna anche tener conto che in tema di tariffe operano il regolatore nazionale (AEEG), e il regolatore locale (le ATO). Vanno evitate iniziative legislative non coordinate.”


Brevi
 
I risultati della ricognizione dell’Ufficio Studi di Anea sulla delibera AEEG 273/2013
Si è appena conclusa, a cura dell’Ufficio Studi di Anea, l’attività di ricognizione in merito all’applicazione della delibera AEEG 273/2013/R/idr.
Questa tematica, che ha costituito oggetto di formazione e di analisi in occasione del seminario interno svoltosi a Roma il 19 luglio scorso, dà vita – attraverso i risultati dell’indagine – ad un’interessante azione di monitoraggio e di confronto interno .
Approfittiamo di strumenti di comunicazione diretti e partecipativi, quali il sito web e la newsletter, per darne diffusione.

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