Il presidente di ANEA Prof. Leonardo Raito ha partecipato ai lavori del Festival dell’acqua organizzato da Utilitalia a Firenze nei giorni scorsi. Nella mattinata del 25 settembre, Raito ha animato, insieme ad altri ospiti tra cui il Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica Nicola Dell’Acqua ed il Commissario Straordinario Unico alla Depurazione Fabio Fatuzzo la tavola rotonda intitolata “Pianificazione Distrettuale in chiave ambientale”.
Il Presidente ANEA ha toccato i temi della strutturazione degli Egato, enti fondamentali che svolgono il triplice ruolo di regolatori di secondo livello, di enti di pianificazione e di controllo delle attività dei gestori del servizio idrico integrato, evidenziando anche come la riforma del Testo Unico dell’Ambiente possa recepire istanze derivanti dalla profonda conoscenza dei territori e dell’applicazione delle normative da parte degli enti.
Nel suo intervento, Raito ha evidenziato come in seno ad ANEA si sia attivato un gruppo di lavoro finalizzato proprio alla redazione di proposte per la riforma del D.Lgs 152/2006, fissando alcuni degli spunti che sono emersi dal lavoro coordinato dal dottor Roberto Ronco:
In merito alla governance multi-livello della regolazione, sia per quanto riguarda quella economica e relativa alla qualità del servizio che quella ambientale, sono auspicabili in primo luogo, una semplificazione della struttura e delle competenze per evitare sovrapposizioni tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti (in particolare con riferimento alla regolazione ambientale vi è una stratificazione che ha portato alla sovrapposizione di alcuni ruoli e competenze, come ad esempio per quanto riguarda la pianificazione sovraordinata e il rilascio delle concessioni); e inoltre un rafforzamento del coordinamento tra i diversi livelli di pianificazione (EGA, Autorità di Bacino Distrettuale, Comuni). La necessità di maggiore coordinamento si sta rivelando sempre più importante in particolare per quanto riguarda il drenaggio urbano (vista l’interconnessione tra il reticolo fognario e il reticolo idrografico non solo per intervenire sulle criticità che si possono registrare in caso di eventi estremi purtroppo sempre più frequenti e collegati ai cambiamenti climatici, ma anche in generale per ottimizzare la gestione delle reti in caso di eventi meteorologici rilevanti); sarebbe auspicabile che la gestione delle infrastrutture di drenaggio urbano possa essere in carico ai gestori del Servizio Idrico Integrato (prevedendone una implementazione graduale per poter calibrarne l’impatto sia dal punto di vista operativo che dal lato dei costi necessari); questo tema è rilevante anche per quanto riguarda le infrastrutture verdi. Il maggiore coordinamento è sempre più rilevante anche alla luce della revisione in corso delle Direttive Acque, le modifiche proposte perseguono l’obiettivo di proteggere la salute umana e degli ecosistemi naturali rispondendo con maggiore rapidità ai rischi emergenti anche attraverso l’introduzione di nuovi standard di qualità ambientale per sostanze chimiche che destano preoccupazione, tra cui i PFAS. Tutti questi aspetti potrebbero essere affrontati all’interno del processo di revisione del D.Lgs. 152/06.
Non è mancato poi un passaggio sull’importanza dell’implementazione della regolazione ARERA, che ha, di fatto, consentito ottimi sviluppi al servizio idrico integrato nel paese:
Bisognerebbe iniziare a introdurre incentivi al riutilizzo delle acque reflue depurate e operare con più concretezza ed efficacia nella gestione delle acque meteoriche, magari valutando la possibilità di includerle nel perimetro del Servizio Idrico Integrato. Con MTI-4 vengono introdotti i seguenti aspetti, che possono avere rilevanza anche sovra-ambito: precisazioni per promuovere la spesa per investimenti nelle grandi infrastrutture upstream che, per loro stessa natura, non possono essere esaustivamente considerate nell’ambito delle programmazioni richieste per la gestione del servizio idrico integrato; indicazione che gli oneri (sia fissi che variabili) afferenti alle grandi infrastrutture upstream possono essere almeno in parte esplicitati come costi della risorsa essendo i medesimi riconducibili alle misure per la sicurezza degli approvvigionamenti, per la tutela e la produzione delle risorse idriche o finalizzate a contenere o mitigare il costo-opportunità della risorsa. Infine nella componente dei costi delle immobilizzazioni riconducibili ai costi della risorsa nella definizione viene specificata anche la messa in sicurezza degli invasi, la costruzione di sistemi di monitoraggio quali-quantitativo della risorsa, nonché opere idrauliche per il mantenimento antierosivo del suolo al fine di contrastare l’interramento degli invasi. Si potrebbe valutare l’introduzione di elementi di regolazione economica anche per gli usi diversi dal potabile che costituiscono la parte preponderante dei consumi idrici. Il tutto va accompagnato, come già detto, dal rafforzamento degli EGA (maggiore strutturazione e capacità di attrarre competenze, rafforzamento necessario anche alla luce delle sempre maggiori competenze in capo agli EGA per le quali si è rilevata un’evoluzione che rende ormai superata l’impostazione in merito nel D.Lgs. 152/06) ed è importante che questo aspetto venga tenuto in adeguata considerazione all’interno del processo di revisione in corso del D.Lgs. 152/06.