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Acqua, rincari in arrivo
di Silvia PieracciniCronologia articolo15 maggio 2013
In questo articolo
Argomenti: Previsioni economiche | Italia | Banca europea degli investimenti | CDP | Adolfo Spaziani | Alessandro Mazzei | Erasmo D’Angelis | F2i | Anea
Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2013 alle ore 18:27.
Aumenti in vista per le bollette dell’acqua, conseguenza dell’applicazione del nuovo metodo tariffario transitorio definito dall’Autorità per l’energia – che da un anno ha acquisito le competenze di ‘regolatore’ anche per il settore idrico – e basato sul pieno riconoscimento dei costi (full cost recovery). Il nuovo sistema, nato dall’abrogazione a opera del referendum del giugno 2011 del criterio della remunerazione del capitale investito fissato per legge al 7%, porterà ad aumenti medi della bolletta del 13,6% nel 2013.
La stima è stata fatta da Anea, l’associazione che riunisce gli enti d’ambito, sulla base delle tariffe deliberate (o in alcuni casi solo calcolate, perché gli enti locali si sono rifiutati di applicarle) entro la scadenza del 30 aprile da 29 Autorità d’ambito locali (Ato) che controllano 54 gestori idrici, ed è stata presentata a Firenze al convegno di Federutility che, per la prima volta, ha fatto il punto sull’applicazione del nuovo metodo tariffario.
Le tariffe analizzate da Anea sono gran parte di quelle trasmesse all’Autorità per l’energia entro il termine (ordinatorio) del 30 aprile: «Finora abbiamo ricevuto le nuove tariffe da 40 Ato sui 70 risultanti dopo il riordino, ma la qualità dei dati va ancora analizzata», ha spiegato il presidente dell’Authority, Guido Bortoni.
Secondo l’elaborazione di Anea, gli incrementi tariffari medi ammontano al 13,6% ma otto gestori hanno previsto aumenti compresi addirittura tra il 22% e il 46,8%. «Nel 57% dei casi sarà necessaria un’istruttoria da parte dell’Autorità per l’energia, perché gli aumenti tariffari sono superiori al 6,5% previsto come incremento massimo», ha chiarito Alessandro Mazzei, coordinatore tecnico di Anea.
Il nuovo metodo tariffario non piace alle Autorità d’ambito («Occorre introdurre qualche elemento di flessibilità, c’è grande disagio da parte dei sindaci che devono approvare le nuove tariffe perché il sistema non lascia discrezionalità», ha aggiunto Mazzei). E non piace neppure a Federutility, che riunisce i gestori idrici pubblici e pubblico-privati (cioè il 95% di quelli italiani): «Ci sono molti aspetti critici legati al nuovo metodo – ha detto Adolfo Spaziani, direttore generale di Federutility – e gli incrementi tariffari previsti non garantiranno il miglioramento dei conti economici dei gestori che, peraltro, stanno registrando grosse difficoltà a finanziare gli investimenti».
Proprio sul fronte investimenti (servirebbero 64-65 miliardi nei prossimi 25-30 anni) i possibili finanziatori – Cassa depositi e prestiti, il fondo F2i e la Banca europea degli investimenti (Bei), non hanno lasciato spiragli: «Oggi il settore dell’acqua in Italia non è interessante per gli investitori istituzionali». L’unica speranza restano i finanziamenti pubblici, invocati a gran voce da Federutility. «La sfida del nuovo Governo sarà quella di affiancare incentivi pubblici alle tariffe sostenibili e a strumenti finanziari nuovi», ha promesso il sottosegretario alle Infrastrutture, Erasmo D’Angelis.