È stata presentata mercoledì 18 ottobre a Roma, presso la Sala Auditorium GSE in Viale Maresciallo Pilsudski 92, la 15° Indagine sulle tariffe 2016 del Servizio Idrico Integrato.
Si tratta di un lavoro, frutto di una sinergia tra ANEA, Federconsumatori e Fondazione Isscon, che ha contribuito a descrivere ulteriormente le caratteristiche del sistema tariffario nel rispetto delle attese e della sensibilità degli utenti.
Una “carta d’identità” aggiornata – quella della tariffa – in quest’occasione definita attraverso i nuovi assetti di governance, i percorsi evolutivi del settore e i “perché” delle differenze territoriali.
L’evento, aperto da Fabrizio Tomada, dirigente GSE che, nel salutare l’iniziativa, ha auspicato la necessità di investimenti e di processi migliorativi della qualità, si è poi sviluppato con la relazione di Mauro Zanini (Isscon), curatore-guida dell’indagine.
Un rapporto “a campione” corposo, fotografia dettagliata di una popolazione di circa 43,5 milioni di abitanti e che restituisce numeri “estremi” (dagli 86 euro di spesa annua di una famiglia media di Isernia ai 507 euro di Pisa).
Anche il tema della tariffa pro capite, ci si augura, può assumere un profilo più visibile mediante una puntuale attività di confronto fra tutti gli attori del sistema per individuare – così come già sperimentato in alcune realtà nazionali – meccanismi di “premialità” per chi consuma in modo responsabile.
E un accenno finale alla necessità di una più marcata fiducia nel settore, sicuramente possibile se si promuoveranno maggiori investimenti.
Alla presentazione dell’indagine ha fatto seguito l’intervento di Francesca Signori (REF Ricerche), interamente dedicato al tema della “qualità contrattuale”.
Prendendo a prestito le antiche ma sempre valide riflessioni dell’economista britannico John Ruskin, sul rapporto fra qualità, prodotto e prezzo, ed analizzandone le tematiche e le esperienze che nel tempo si sono sviluppate, l’elaborato REF ha certificato -nel suo insieme- l’avvio di una vera e propria rivoluzione nel contesto del servizio idrico. Perché la regolazione era necessaria ed auspicata e l’AEEGSI, intervenendo con forza, ha fatto luce sulle arretratezze di tante realtà. Con i meccanismi di incentivazione poi, che per quanto “limitati”, hanno permesso un innalzamento del livello medio della resa qualitativa.
Ad Andrea Cirelli, coordinatore scientifico di H2O, è toccato il ruolo di moderatore della tavola rotonda conclusiva. Un contesto che ha fatto registrare coralità di vedute fra i vari partecipanti (ANEA, AEEGSI, Utilitalia e Federconsumatori), tutti consapevoli di proseguire un itinerario ben disegnato, ma bisognoso di chiarezza, crescita e controllo.
Secondo Marisa Abbondanzieri, “nessuno (gestori e regolatori) si dovrà tirare indietro, e la legislazione regionale, insieme a quella nazionale, può fare la differenza. Ragionare attentamente sui costi (qui si parla di 8 euro al mese, quindi meno di una ricarica telefonica) e, soprattutto, lavorare sulla ‘visione’ strategica contribuendo tutti, se necessario, a modificarla. L’epoca del ‘piccolo è bello’ è finita, e le semplificazioni (anche quelle mediatiche) vanno evitate”.
Per Alberto Biancardi (AEEGSI) si conferma l’importanza di una funzione regolatoria “a più livelli”. E perché la governance sia più marcata, occorre evitare che il Paese continui a viaggiare a “due velocità”. Con i cambiamenti climatici, poi, che nel rappresentare una forte criticità, mostrano il sistema dell’intero territorio sempre più impreparato a reagire.
Utilitalia, nelle parole di Paolo Carta, ha espresso apprezzamento per la convergenza diffusa degli operatori del settore riconoscendo che, da quando è stata varata l’attività regolatoria, il processo di sensibilizzazione è stato tangibile e ha dato i suoi frutti. Anche sviluppi sul piano “culturale” si sono concretizzati nel tempo, e questo è positivo.
Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori, sì è sostanzialmente allineato alle valutazioni comuni emerse nel dibattito, evidenziando comunque la condizione di sofferenza in cui, su tutto il territorio nazionale si trovano molte (forse troppe) famiglie obbligate ad affrontare costi non a misura. E con l’impegno, in quanto Federconsumatori, a promuovere attività di formazione sui temi regolatori.