È stato pubblicato in questi giorni sul sito web http://servizi-idrici.it/, un Working Paper che, sulla base delle deliberazioni di adeguamento tariffario di ARERA, sviluppa un’analisi degli incrementi tariffari del periodo 2012-2019 e fornisce una quadro sulle performance tecniche dei gestori utilizzando i dati della qualità tecnica.
“Con il trasferimento della regolazione tariffaria del servizio idrico all’autorità, prima l’AEEG, poi AEEGSI e infine l’ARERA, ha prodotto quattro revisioni tariffarie con altrettanti metodi tariffari e più di 380 provvedimenti di adeguamento tariffario ai gestori del servizio idrico. Se si pensa che alla base di ognuno di questi provvedimenti c’è una documentazione informativa molto estesa ed invasiva, possiamo essere certi che l’autorità sta accumulando un volume importante di informazioni sulla struttura dei costi e sulle prestazioni economiche, finanziare e tecniche dei gestori. Di questo volume di informazioni l’autorità sicuramente ne sta facendo uso per disegnare la regolazione, un po’ meno per assicurare una delle funzioni di regolazione e controllo del servizio idrico integrato così come gli assegna la legge. Tuttavia la pubblicazione dei provvedimenti di adeguamento tariffario ci permette di avere accesso ad alcuni dati, e su questi svolgere alcune semplici elaborazioni. L’analisi dei provvedimenti tariffari, limitata ai soli valori del teta deliberati, ci ha consentito di individuare alcuni elementi caratterizzanti l’insieme dei provvedimenti. Confrontando le variazioni tariffarie, dall’inizio dell’applicazione della nuova metodologia tariffaria di ARERA, abbiamo trovato un incremento medio pari al 30%, con valori massimi e minimi, rispettivamente del 52,4% e dell’11,3%. In controtendenza, nell’ultimo periodo tariffario 2018-2019, a fronte di incrementi medi pari allo 0,8%, abbiamo rilevato una frequenza elevata di variazioni negative (25%) e pari a zero (28%). I dati relativi ai macro indicatori della qualità tecnica indicano, con l’eccezione di due di essi, che la maggioranza delle imprese non rispetta gli obiettivi di qualità tecnica definiti da ARERA, e lo fanno con percentuali elevate che vanno dal 46% all’85%. Tutti dati che fanno supporre che vi sia un elevato ammontare di investimenti da realizzare per migliorare la posizione delle imprese rispetto agli obiettivi, in particolare per quelli relativi alle perdite idriche, e al superamento dei limiti nelle acque reflue.
(Il Working Paper è stato realizzato da Paolo Peruzzi ed è pubblicato su: http://servizi-idrici.it/)